Monday, April 29, 2013

WEALTH Spin-off #6 | Paolo Verzone


Wealth can also be read as one of the direct manifestations of power, as the consequence of somebody's role in this world. It can be shown by the things people do, the places they go to, even by their own faces and bodies. Such is the case with UEFA president Michel Platini, followed by Paolo Verzone in 2008 during official visits to Russia and to the European Council in Strasbourg.

Managing a budget of more than 800 million Euros a year, the former French football champion is one of the most powerful sports men in the world: his own physical transformation from the slim football artist to the heavy lord of international football is a testimony to his conversion to politics and machiavellic international relations. Verzone does a great job in showing all the daily oddities of Platini's life from one official occasion to the other, his enigmatic stare, sometimes veering towards plain boredom; his images managed to remain suspended on that thin line where Platini as a public persona and as a private individual subtly collide, each of them revealing something of the other.


La ricchezza può essere vista come una manifestazione diretta del potere, la semplice conseguenza del ruolo che si ha nel mondo. Può essere espressa da quello che le persone fanno, dai luoghi in cui vanno, persino dai loro volti e dai loro corpi. È il caso del presidente dell'UEFA Michel Platini, seguito da Paolo Verzone nel 2008 durante una visita ufficiale in Russia e al Consiglio Europeo di Strasburgo. 

Con un budget di più di 800 milioni di euro l'anno, l'ex campione francese è uno degli uomini di sport più potenti al mondo: la sua stessa trasformazione fisica da agile artista del calcio in pesante sovrano della politica sportiva è la testimonianza della sua conversione al potere e al machiavellismo delle relazioni internazionali. Verzone ci mostra le tante stranezze della vita quotidiana di Platini, tra un evento ufficiale e l'altro: il suo sguardo spesso indecifrabile, altre volte semplicemente annoiato, la sua stessa immagine, sospesa tra il personaggio pubblico e l'individuo privato, di cui Verzone ci racconta il punto in cui le due facce si scontrano e rivelano ognuna qualcosa dell'altro.

All images © Paolo Verzone/Agence VU

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Saturday, April 27, 2013

Press review

Roger Ballen, Ethereal, 2011
Some reads for the weekend:

- Jörg Colberg reviews Kiev, the latest publication by The Sochi Project

- Blake Andrews asks Batman and Tin Tin what they think about Rinko Kawauchi

- The New Yorker has a sneak peek at Roger Ballen's latest book, Asylum of the Birds

- The winners of the Sony World Photography award

- By the skin of his teeth: Slate features an article about pinhole maniac Justin Quinnel

- A review of Thomas Ruff's photograms and ma.r.s. exhibition on American Suburb X

Luigi Ghirri, Bastia, 1976
Alcune cose che ho scritto altrove di recente:

- Su Studio, dove parlo dei diversi modi di fotografare il disastro di Fukushima e del Deutsche Börse Photography Prize 2013

- Su minima & moralia, dove parlo di Luigi Ghirri in occasione della mostra appena inaugurata al MAXXI di Roma

- Sempre su m&m, riflessioni sul mondo mediatico che gira attorno al Vaticano (prima e seconda parte)

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Friday, April 26, 2013

WEALTH Spin-off #5 | Andreas Gursky, Stock Exchanges

Source
Financial markets have been on Andreas Gursky's mind for decades, as he began photographing the interior of stock exchanges at the beginning of the 90's, with his most recent images realised around 2007-2008. This group of photographs almost form an independent body of work, even if Gursky never considered his images divided in different series, showing the evolution in time of both their own subject matter and of the artist's practice. 

Tokio Stock Exchange, 1990
His early photographs are relatively simple wide shots of the interiors of the stock exchanges, and year after year his vision becomes more complex, more ambitious, less dependent on the framing and the shooting of one single exposure at a time, embracing the digital composition of different photographs. Same as for the rooms themselves, which we see turning from relatively small environments, with cathode ray tube monitors and men in white shirts and ties, to massive spaces constantly bombarded with datas flowing from lcd screens, and filled with hundreds and hundreds of people.

New York Stock Exchange, 1991
Both Gursky's photographs and the stock exchanges themselves over the years turn from ordinary working spaces to incomprehensible masses of colours and volumes. The human presence not only gets smaller in the photographs, it also becomes impossible to understand the meaning of the gestures and the interactions. The meaning of it all seems to be somewhere else, in a place we can't see or reach.

 Hong Kong Stock Exchange, (Diptych), 1994
"Even with that last picture there is no doubt that I did it with photography... Yes, I did some of it without a camera, but because there are realistic elements in this picture you read it as a photograph", Gursky said in an interview with Foto8. "Now I have a big archive where I collect images and after a while I lay everything down in the studio and I think about which subject is worth researching. Whereas in the past, in the 80’s when I did the landscapes, I researched more by travelling and discovering the world visually, now I am much more focused on reproductions, the internet and TV".

Chicago Board of Trade, 1995

Chicago Board of Trade II, 1999
I mercati finanziari sono da sempre presenti nel lavoro di Andreas Gursky, che ha cominciato a fotografare gli interni delle Borse internazionali all'inizio degli anni '90, fino alle immagini più recenti del 2007-2008. Si tratta di una sequenza di immagini che quasi compone un'opera fotografica a sé, per quanto Gursky non abbia mai considerato le sue fotografie come divise in serie differenti: ci mostra l'evoluzione nel tempo sia degli istituti finanziari che del linguaggio dell'artista.

Symex Singapore Stock Exchange, 1997
Hong Kong Stock Exchange II, 1998
Le prime fotografie sono dei totali relativamente semplici, e anno dopo anno la rappresentazione diventa più complessa, più ambiziosa, meno dipendente dal dover inquadrare e scattare una singola esposizione, aprendo alla diversa rappresentazione dello spazio offerta dalla composizione digitale di più immagini. Lo stesso accade alle sale che fotografa, prima ambienti relativamente piccoli, pieni di schermi a tubo catodico e uomini indaffarati, che negli anni diventano spazi enormi inondati da flussi di informazioni, schermi LCD, e centinaia e centinaia di persone.

New York Mercantile Exchange, 1999
Sia le immagini di Gursky che le sale delle Borse negli anni si trasformano da normali luoghi di lavoro in enormi masse di volumi e colori. La presenza umana diviene sempre più piccola e risulta sempre più arduo comprendere il senso delle azioni compiute. Il significato di tutto sembra nascondersi in qualche luogo distante che non possiamo vedere.

Kuwait Stock Exchange, 2007
"Anche per le mie ultime opere direi senza dubbio che si tratta di fotografia... Certo, alcune cose sono state realizzate senza un apparecchio fotografico, ma si possono considerare fotografie, perché sono composte di elementi realistici", Gursky ha detto in un'intervista con Foto8. "Ora ho un grande archivio dove raccolgo immagini e ogni tanto tiro fuori tutto e cerco di capire su quale soggetto vale la pena provare a lavorare. In passato era diverso, quando negli anni '80 facevo i paesaggi viaggiavo, scoprivo il mondo visivamente; ora sono molto più concentrato sulla riproduzione, su internet e sulla TV."

Chicago Mercantile Exchange, 1997
Kuwait Stock Exchange II, 2008

Landscape Stories 11 | Wealth

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Wednesday, April 24, 2013

Why I still love having this blog


... because it allows me to discover amazing photography, great artists, and friends.


Thanks so much, Andrew.

Haboob, photographs by Andrew Phelps. Kehrer Verlag, Heidelberg, 2013. 80 pp., 42 color illustrations, 28x32cm. With a text from Leslie Le Roux.

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'Remember the White Horses', by Stefan Vanthuyne


Imagine a series of photobooks where artists would work on one single day of their lives, giving themselves the task to choose an aspect of their private life and find the way to express it through photographs. This way we could gather all sorts of different photographers and see how the landscape artist, the conceptual photographer and the reporter would look like face to face when trying to represent their own personal space.

Stefan Vanthuyne's latest book Remember the White Horses would be the perfect start for this series: one day in the woods, a young woman with a child swimming in a creek, the photographer's gaze feeling like the third person of this family the images seem to show. We cannot tell if this is the real story behind the photographs, but this what the images tell us, Vanthuye's own photographic version of Perfect Day

Immaginate una collana di libri fotografici in cui gli artisti verrebbero invitati a lavorare su un singolo giorno delle loro vite, dandosi il compito di scegliere un aspetto e un momento della loro vita privata e trovare la chiave con cui esprimerlo con delle fotografie. Così si potrebbe raccogliere fotografi con stili lontanissimi tra loro, e confrontare come il paesaggista, l'artista concettuale e il reporter si comportano quando cercano di rappresentare il proprio mondo personale.


Remember the White Horses di Stefan Vanthuyne sarebbe l'inizio perfetto per questa collana: un giorno nei boschi, una giovane donna e un bambino che nuotano in un fiume, lo sguardo del fotografo che sembra essere il terzo membro di questa famiglia che immaginiamo di vedere. Non possiamo sapere se questa sia la storia reale dietro queste fotografie, ma le immagini sembrano proprio volerci
dire questo, come se fossero i versi di una cover fotografica di Perfect Day.

Remember the White Horses, by Stefan Vanthuyne
Published by Le Caillou Bleu
32 pages, hardback
2013

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Friday, April 19, 2013

WEALTH Spin-off #4 | Christian Lutz

Christian Lutz, Tropical Gift, 2010
Christian Lutz has been wandering for years with his camera around the corridors of power, both political and economical, documenting all the rituals and the theatre of meetings, private jets, press conferences, official lunches and so on.

Protokoll is the result of three years Lutz spent travelling with the official Swiss diplomatic corp, Tropical Gift explores the world of oil business in Nigeria, and Meetings chronicles the everyday activities within the headquarters of the Geneva International Cooperation.

Christian Lutz, Protokoll, 2007
Lutz mostly shows us the many paradoxes of power mostly through the human figure, the gestures, the expressions, the subtle absurdity of people's demeanor. Although he is often quite close to the action and he seems to shoot hand-held most of the time, the fact that he mostly uses medium format film gives to his images a depth and richness in details which transforms them into some sort of enhanced snapshots. 

"Photography is very subjective so sometimes I have a picture I’ve invested with a strong sense of direction and rhythm — and the same picture can be read completely differently by someone else", said Lutz in an interview. "Many politicians in Switzerland are bourgeois and often feel like they have achieved something when they are portrayed in these settings of luxury and prestige. I might be poking fun at them, but they read it differently."

Landscape Stories 11 | Wealth

Christian Lutz, Tropical Gift, 2010
Da anni Christian Lutz fotografa i corridoi del potere politico e economico, documentando i rituali e il teatro dei summit, dei jet privati, delle conferenze stampa e pranzi ufficiali.

Protokoll è il risultato di tre anni passati da Lutz in viaggio con il corpo diplomatico svizzero, Tropical Gift esplora il mondo del mercato del petrolio in Nigeria, e Meetings quello della sede della Cooperazione Internazionale a Ginevra.

Christian Lutz, Protokoll, 2007
Lutz mostra i paradossi del potere soprattutto attraverso la figura umana, i gesti, i volti, l'assurdità sottile dei comportamenti delle persone. Per quanto sia spesso molto vicino ai suoi soggetti, scattando principalmente a mano, il fatto che utilizzi pellicola di medio formato dà alle sue immagini una densità e una ricchezza di dettagli che le trasforma in delle istantanee in alta definizione.

"La fotografia è molto soggettiva, per cui a volte ho fatto una fotografia con un forte senso di ritmo e direzione, ma qualcun altro la può leggere in tutt'altro modo", dice Lutz in un'intervista. "Molti politici in Svizzera sono contenti di essere ritratti in questi ambienti lussuosi e prestigiosi. Magari io li sto prendendo in giro, ma loro non se ne rendono davvero conto."

Christian Lutz, Tropical Gift, 2010

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Thursday, April 18, 2013

WEALTH Spin-off #3 | Alex S. MacLean

Alex S. MacLean, B-52 "Bone Yard"


An excellent way to understand the use and abuse of resources of rich countries is to fly over them, and observe the many ways in which they changed the face of the earth. 

Alex S. MacLean has been making aerial photographs around the world for many years, and among countless images of beautiful places and several coffee table photobooks, he also created a remarkable catalogue of man-altered landscapes, dividing them in series dedicated to the many activities of human societies.

Alex S. MacLean, Circular Housing Development
The sequence Going for example show us how the land is shaped by transportation needs, but also by the absurd amount of cars produced every year; Dwelling is an amazing collection of the many different suburban utopias of the U.S.A. and their many new towns built all at once, Deserting compares the slow decay of old urban settlement and their demolition with immense automobile junkyards and flatlands covered by tens of B52's aircrafts.

Landscape Stories 11 | Wealth

                        Alex S. MacLean, Junk Yard Along River
Un ottimo modo per provare a comprendere l'uso e abuso di risorse nei paesi ricchi è volarci sopra, per osservare i tanti modi in cui hanno cambiato il volto del pianeta.

Alex S. MacLean da anni fotografa volando in giro per il mondo, e tra le migliaia di immagini di posti incantevoli e libri patinati ha anche creato un eccellente catalogo di paesaggi alterati dall'uomo, dividendoli in serie dedicate alle varie attività umane.

Alex S. MacLean, Floating Daisy Docks
Ad esempio Going ci mostra come la terra viene rimodellata dai trasporti e dall'assurda sovrapproduzione di automobili, Dwelling è una raccolta delle tante utopie suburbane americane e delle new town che ogni anno spuntano come fiori, mentre Deserting confronta il lento degrado dei vecchi centri urbani in via di demolizione con enormi cimiteri di automobili e distese di bombardieri B52.

Landscape Stories 11 | Wealth

Alex S. MacLean, Universal Studios, Pedestrian Walks and Amusement Rides

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Wednesday, April 17, 2013

WEALTH Spin-off #2 | Mathieu Bernard-Reymond

Mathieu Bernard-Reymond, Your investment can only grow, from the series Monuments
Wealth is about material possessions as much as it is about abstract concepts and seemingly immaterial activities. Nothing is harder to grasp in its practical existence than the root causes of these last years' financial crisis, often presented to us just like graphics of sudden crashes of stock markets and men shouting in front of computer screens.

With his series High Altitude, German artists Michael Najjar chose to represent those dramatic shifts and changes in the international economy as mountain fourmations, starting from natural images he took during a trip to Mount Aconcagua, the highest mountain of the Americas. By transforming its outline into the history of those recent dramatic financial events, Najjar shows them as something both enormous and fragile at the same time.

Michael Najjar, nasdaq_80-09, work series high altitude, 2008-2010
"The series visualizes the development of the leading global stock market indices over the past 20-30 years. The virtual data of the stock market charts are resublimated in the craggy materiality of the Argentinean mountainscape [...] The information society has brought about a tectonic shift in our understanding of space and time... In future the virtual value system could demand its proper reincarnation in the real world"

I immediately decided to include Najjar in my selection for the Wealth issue of Landscape Stories, and I wish I could have also included Monuments, by French artist Mathieu Bernard-Reymond. Known for his works made in equal amount of strong photographic vision and subtle and challenging digital manipulation, in Monuments he transforms both natural landscapes and man-made environments into installations inspired by the various kinds of numbers and stats shaping our life on this planet.

Mathieu Bernard-Reymond, UBS five years backdrop, from the series Monuments
"To create these Black and White photographs, I use financial charts and statistics as basic shapes to produce photographic representations of global economic and ecological concerns... By turning these curves and sculptural shapes into massive constructions close to memorials or monumental sculptures, I intend to reach something beyond data. My purpose is to underline their fondamental link to landscape and thus, to human and natural history." 

Mathieu Bernard-Reymond, Exxon mobil 9am to 11am, from the series Monuments
Il concetto di 'ricchezza' si riferisce tanto a possedimenti materiali quanto a concetti astratti e attività in apparenza immateriali. Niente è più difficile da afferrare nella sua esistenza concreta che le cause scatenanti della crisi finanziaria di questi ultimi anni, che spesso ci vengono presentati solo in forma di grafici in crollo e uomini che urlano di fronte a schermi di computer.

Con il lavoro High Altitude, l'artista tedesco Michael Najjar ha scelto di rappresentare le drammatiche altalene dell'economia internazionale come delle formazioni rocciose, partendo da delle immagini naturali realizzate durante un viaggio sulla montagna di Aconcagua, la più alta delle Americhe. Trasformando i profili della montagna nella storia dei recenti eventi finanziari, Najjar li presenta come qualcosa di enorme e fragile al tempo stesso.

Michael Najjar, dow jones_80-09, work series high altitude, 2008-2010
"La serie mostra lo sviluppo dei principali indici di borsa lungo gli ultimi 20-30 anni. I dati del mercato finanziario vengono sublimati nel paesaggio roccioso delle montagne argentine [...] La società dell'informazione ha provocato uno slittamento tettonico nella nostra comprensione del tempo e dello spazio... In futuro il sistema di valore virtuale potrà richiedere una vera e propria incarnazione nel mondo reale."

Ho deciso subito di includere Najjar nella selezione Wealth per Landscape Stories, e avrei voluto includere anche Monuments di Mathieu Bernard-Reymond. Noto per i suoi lavori fatti sia di una forte visione fotografica che di una sottile manipolazione digitale, l'artista francese in Monuments ha trasformato paesaggi naturali e strutture edificate in delle istallazioni dedicate a vari numeri e statistiche che definiscono la nostra vita su questo pianeta.

"Per creare queste fotografie in bianco e nero ho utilizzato delle tabelle e statistiche finanziarie come forme di base per produrre delle rappresentazioni fotografiche di dinamiche cruciali in ambito economico e ecologico... Trasformando queste curve in delle costruzioni simili a memoriali o sculture monumentali cerco di esprimere qualcosa che vada al di là dei semplici dati. Il mio scopo è indicare il loro legame fondamentale con il paesaggio, e di conseguenza con la storia sociale e naturale."

Mathieu Bernard-Reymond, Scope Evaluation Activity, from the series Monuments

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Tuesday, April 16, 2013

WEALTH Spin-off #1 | Abelardo Morell

Abelardo Morell, Falling Coins #4, 2006
Many are the artists that, for one reason or another, I had to leave out of the selection on the theme Wealth which I curated for issue #11 of Landscape Stories. In some cases I did not know their work, some of them I was not able to reach, others I just forgot about them until the issue was out and it was too late.

So I have decided to use this space as a chance to briefly present some of the projects which would have fit perfectly in my Wealth selection, but never had a chance.

Abelardo Morell, $40,000, 2006

I want to start with the very image of money, with its physical appearance, its face. Abelardo Morell is a master in transforming everyday objects into magical creatures with a life of their own, and his series Money (2006) is no exception to that.

"In my pictures I like concentrating on the elemental fact that money is paper and metal", writes Morell. "While it's hard to separate money's physical properties from what it symbolically represents, I have tried to make its "thingness" be important. Money as a plaything is also an aspect that figures in this work."

Abelardo Morell, $60, 2002
 Molti sono gli artisti che sono rimasti fuori dalla selezione sul tema della ricchezza (Wealth) che ho curato per Landscape Stories #11, online dallo scorso marzo. In alcuni casi non conoscevo il lavoro, in altri non sono riuscito a contattare gli autori, altri mi sono passati di mente fino a quando non è stato troppo tardi per includerli.

Ho deciso quindi di usare questo spazio per presentare velocemente alcuni dei progetti che avrebbero potuto far parte della selezione presentata su LS, ma che non è stato possibile includere.

Abelardo Morell, $25, 2002
Voglio iniziare dall'immagine stessa del denaro, il suo aspetto fisico, il suo volto. Abelardo Morell è da sempre maestro nel trasformare banali oggetti della vita quotidiana in presenze magiche, animiste, come ha dimostrato anche nel lavoro Money (2006).

"In queste immagini mi sono conentrato sulla natura materiale del denaro, il suo essere fatto di carta e metallo", scrive Morell. "Se da un lato è difficile separare le proprieta fisiche del denaro da quelle simboliche, ho comunque cercato di mettere l'accento sulla sua 'cosità', provando anche a riflettere sull'idea del denaro come un balocco."

Abelardo Morell, Falling Coins #3, 2006

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