Friday, December 7, 2012
The Arab Revolt
(testo introduttivo per la mostra The Arab Revolt, fotografie di Giorgio Di Noto, s.t.foto libreria galleria, 22 ottobre - 1 dicembre 2012)
Di questi tempi le fotografie raramente fanno notizia. Le indagini di Scotland Yard sugli eventi che hanno portato alla morte di Benazir Bhutto hanno utilizzato video amatoriali girati con telefoni cellulari molto più che fotografie scattate da professionisti. Negli ultimi anni alcune delle immagini più significative di eventi storici come l'11 settembre, Abu Ghraib, lo tsunami e l'uragano Katrina sono stati documentati da persone comuni che si trovavano lì per caso con i loro telefonini o videocamere. Che cosa sigifica tutto questo per il fotoreporter, che è stato il nostro emissario dalle prime linee del mondo sin dalla guerra civile spagnola? (Adam Broomberg & Oliver Chanarin, Unconcerned but not Indifferent, 2008)
Le rivolte scoppiate in Medio Oriente e Nord Africa a partire dalla fine del 2010 rappresentano un territorio nuovo per la copertura mediatica internazionale. Alternando fasi di estrema difficoltà di accesso agli eventi con momenti di assoluta prossimità al cuore della storia, la rappresentazione della cosiddetta “primavera araba” è nata da un insieme eterogeneo di mass media, giornalismo d’assalto, video e fotografie amatoriali.
The Arab Revolt parte proprio da questo tappeto visivo, spesso anonimo: le fotografie, realizzate con pellicole istantanee, mostrano scene tratte da video girati nelle strade e nei campi di battaglia di Tunisia, Libia e Egitto, rifotografate dallo schermo del computer. I frame nascosti nei filmati prendono così nuova vita sotto la superficie fotografica, dilatandosi e diventando nuove immagini, come se il loro contenuto potesse ricrearsi fermandone lo scorrimento. Ciò che era nato come un contenuto grezzo e confuso, un flusso di fotogrammi che inseguono gli eventi che accadono attorno all'obiettivo, in questo modo ridiventa rappresentazione, costruzione di un'immagine, tempo dilatato. Abbiamo guardato miriadi di fotografie di queste rivolte, senza sosta, ma anche senza il tempo di osservarle, ammassate, perse tra troppe pagine da sfogliare, subito dimenticate e sostituite continuamente da nuove fotografie. Di fronte al paradosso di immagini che pur immortalando eventi poi svaniscono istantaneamente, The Arab Revolt prova a documentare l’immaginario stesso che abbiamo della primavera araba, trattenendo una manciata di fotogrammi tra l’infinità che ci scorre davanti, per proporre un piccolo alfabeto della nostra memoria visiva.
All images © Giorgio Di Noto
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