Persecutory objects

Objects © Agnieszka Polska

Agnieszka Polska's Objects are one further example of the importance of Sultan (RIP) and Mandel's 'seminal book' (couldn't help using that expression at least once myself, too) Evidence. Her images are random (n. 1 requirement to echo the American pair's work) photographs from the the '50s and '60s, showing "artificial objects that could be works of art, created with Photoshop". Now, this statement clearly says how Polska is an artist using photography among other mediums (mostly video), otherwise she would never have used such a trivial expression to illustrate her technique: a 'pure' photographer would have surely said something fancier, probably 'digitally assembled' or 'reconstructed', at least.

Filled with mystery and dark humour, her works are like postcards from an eerie cartoon past, vintage x-files, animations at times slightly disturbing or slightly satyrical and a touch of twisted psychoanalysis.

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Objects © Agnieszka Polska

Gli Objects di Agnieszka Polska sono un altro esempio dell'importanza di Evidence di Larry Sultan (RIP) and Mike Mandel. Le sue immagini sono realizzate con foto ritrovate (primo requisito per seguire la scia del duo americano) degli anni 50 e 60, e mostrano "creazioni che potrebbero sembrare opere d'arte, ricreate utilizzando Photoshop".
Ora, questa descrizione mostra chiaramente come Agnieszka Polska sia un'artista che usa la fotografia insieme a diversi altri linguaggi (soprattutto il video), altrimenti non avrebbe mai usato un'espressione così triviale per descrivere il suo processo creativo: un fotografo 'puro' avrebbe detto qualcosa di più sfizioso, come 'ricomposti digitalmente', oppure 'riassemblati', perlomeno.

Pieni di mistero e di umor nero, i suoi lavori sono come cartoline da un passato inquietante e caricaturale, con x-files d'annata, animazioni satiriche e stranianti e un tocco di psicanalisi torbida.

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Objects © Agnieszka Polska