Magnitka © Max Sher
Il breve pezzo appena scritto su Igor Starkov è stata l'occasione per entrare in contatto con altri fotografi russi, cosa che mi ha permesso di affacciarmi su una scena che conosco davvero poco. Per cui ringrazio Elena Chernyak e Max Sher per avermi contattato, e mi sembra che i tre autori abbiano un terreno comune che va al di là delle differenze di stile e di contenuto: un senso di perdita, di utopie fallite, di un'eta doro sognata (e imposta) che ancora pesa sulle spalle del popolo russo.
Beautiful Siberia © Elena Chernyak
Nelle loro immagini vediamo uomini e donne vivere un presente che spesso sembra fatto solo di ciò che resta del loro passato, carico di false promesse e glorie perdute; e questo mi fa allora chiedere, anche alla luce di altri lavori visti in passato, se raccontare per immagini la Russia oggi non sia in gran parte scavare nel terreno con delicatezza, togliere la terra e la polvere da persone e cose, essere archeologi del proprio tempo.
Kronstadt © Max Sher
Spero di scoprire presto altri autori russi e di conoscere meglio il loro sguardo sulla Grande Madre.
Aquapark © Elena Chernyak
The recent post about Igor Starkov was the chance to get in touch with more Russian photographers, allowing me to start looking into a scene I know pretty little about. So I thank Elena Chernyak and Max Sher for getting in touch with me, and my feeling is that all three photographers share a common ground beyond their own personal style and subject matter: a sense of loss, of failed utopias, of a dreamt (and imposed) golden age still weighing on Russian people's shoulders.
Kronstadt © Max Sher
In their images we see men and women dealing with a life that often looks like it is only made of the remnants of the past, a burden of false promises and lost glories. Which makes me think, also considering several works from other photographers that I saw, if telling stories through photographs in today's Russia means to dig gently through the land, take the dirt and the dust off people and objects, be archaeologists of the present time.
I'm looking forward to get in touch with more authors from there and further explore their view of their Great Mother.
Twelve white girls © Elena Chernyak
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