Sunday, April 19, 2009

Passers-by

© Mona Breede

Il lavoro Coreographien di Mona Breede mi ha fatto subito pensare ad altri lavori dedicati a scene di vita urbana. Le sue immagini assemblate digitalmente presentano degli spazi rigorosamente inquadrati che vengono in seguito popolati di presenze umane, creando un particolare senso di immobilità, un tempo congelato che però non ha nulla a che vedere con il momento decisivo e non restituisce il senso di un’istantanea: al contrario, il tempo viene fermato per mostrare la struttura in continuo mutamento di queste street scenes, trasformandole in delle icone delle nostre città, immerse in una luce artificiale che è ben lontana dagli scorci di vita metropolitana che i nostri occhi possono registrare.

© Mona Breede

Altri lavori hanno giocato con i codici della street photography, per poterli deviare verso un approccio contemplativo che piuttosto che congelare l’attimo lo dilata, espandendo un singolo momento in un lasso indefinito di tempo, permettendoci di esplorare quelle stesse scene che siamo abituati a vedere come frammenti rubati. Prendiamo quindi questa occasione per riguardare dei classici di questo genere, dagli scorci stradali messi in scena da Jeff Wall e Philip-Lorca di Corcia ai passanti ‘inconsapevoli’ di Beat Streuli.

© Jeff Wall

The work Coreographien by Mona Breede made me immediately think about other passers-by based works. Her digitally assembled images have strictly framed spaces that she subsequently fills with human presence, creating a peculiar feeling of stillness, a frozen time that has nothing to do with any decisive moment or has no snapshot-like flavour: on the contrary, it slows time to show the structure of these ever-changing moments of street life, almost transforming them into icons of our cities, bathed in an artificial light that is far from the glimpses of city life we can record with our own eyes.

© Philip-Lorca di Corcia

Other works played with the codes of the street photography tradition, in order to deviate them towards a contemplative approach that rather than freezing a moment, it could expand a single second into an indefinite lapse of time, allowing us to explore those same scenes we are used to look at like stolen moments. So let’s take this chance to go back to classics of this subgenre, from the streets scenes restaged by Jeff Wall and Philip-Lorca di Corcia to the ‘unconscious’ passers-by’s faces taken by Beat Streuli.

© Beat Streuli

No comments:

Post a Comment