Tuesday, July 29, 2008

Ciao ciao

Gustave Le Gray, Reflet du soleil, Océan n°23.

Con grande ritardo (visto che di recente il blog è stato piuttosto fermo), vi salutiamo per una soleggiata pausa estiva. Hippolyte sarà di ritorno dopo il 15 agosto, nel frattempo, come sempre ci raccomandiamo, non dimenticateci.

With great delay (since the blog has been quite silent recently) we say goodbye to you all while heading for a sunny holiday leave. Hippolyte will be back after August 15 – as usual, don’t forget us.

Read More...

Sunday, July 20, 2008

Weekend Flick

The Royal Tenenbaums, Wes Anderson, 2001.

Read More...

Friday, July 18, 2008

Cubicoli

© Eric Percher

Work affronta il tema delle costrizioni che accettiamo per ottenere successo: i vincoli generati dai desideri e dalle paure che guidano le nostre ambizioni iniziali; il restringersi di ulteriori aspirazioni che si rende necessario per difendere i risultati ottenuti; le limitazioni di una vita in un cubicolo d’ufficio, all’interno di un edificio numerato, in una città reticolata”.

L’angosciante riflessione è la premessa che Eric Percher fa per introdurre il suo progetto Work (anche qui), dove illustra la prigionia interna ed esterna che accompagna la vita del lavoratore d’azienda, solo contro (e dentro) luoghi freddi e immensi.
Molte delle sue immagini riescono a rappresentare molto bene quello che Percher scrive, anche se personalmente trovo che altre risentano di un eccesso di controllo, dove il senso di ‘staged’ si sente forse in maniera eccessiva, togliendo forza alle possibilità del ritratto ambientale e calcando troppo su una dimensione puramente simbolica.

A volte anche una striscia di Dilbert può aiutare a dire cose molto grandi in modo molto semplice (vedi in fondo al post)…

© Eric Percher

"Work considers the limitations we accept in order to obtain success: the constraints erected by the desires and fears that drive our initial ambitions; the stricture of further aspirations that becomes necessary to maintain the success we achieve; and the restrictions inherent to a life in an office-cube, within a numbered building, on a gridded city”.

Those are the frightening considerations made by Eric Percher to introduce his project
Work (also here), where he depicts the inward and outward imprisonment marking the life of office workers, alone against (and inside) cold and immense spaces.
Many of his photographs really manage to represent what he meant in his statement, but personally I find that some of them suffer of an excess of control, where their staged quality is far too present, thus reducing the possibilities of environmental portraiture and pushing maybe too far on a pure symbolic level.

Sometimes even a Dilbert comic strip can say great things in a really simple way...


© Scott Adams

Read More...

Monday, July 14, 2008

Amore eterno

© Matteo Ferrari

Di tutti i progetti fotografici 'Now & Then' (luoghi tratti da cartoline rifotografati completamente stravolti dal tempo, famiglie in posa a distanza di vent'anni, una vita di autoritratti quotidiani, etc), Automotive Monogamy di Matteo Ferrari è tra quelli che mi colpisce di più: dittici che mostrano auto d'epoca con accanto i loro orgogliosi proprietari che ripetono la posa di anni e anni prima, con tutto o quasi cambiato intorno, mentre giocano con la loro stessa immagine, oggi così diversa, e il loro gioiello lì immobile, sempre uguale, che sfida il tempo e brilla anche più di prima.

Of all the 'Now & Then' photographic projects (places taken from postcards, families twenty years after, daily self-portraits, etc), Automotive Monogamy by Matteo Ferrari is definitely among those that strike me most: it is made of diptychs showing old cars with their owners next to them, renacting the same pose of a picture of many years before, while almost everything around them changed; they play with their own appearance too, so different from then, while their jewel car is always the same, defying time, shining now even more than before.

© Matteo Ferrari

Read More...

Saturday, July 12, 2008

Weekend Flick

Code inconnu: Récit incomplet de divers voyages, Michael Haneke, 2000.

Read More...

Friday, July 11, 2008

Luoghi e persone

Raimond Wouda, Col de Tourmalet, 1995.

Raimond Wouda è uno di quegli autori che ho amato immediatamente, le sue immagini raccontano lo spazio e gli esseri umani che lo abitano in un modo per me splendido, la sua visione si propaga attraverso tutti i suoi diversi progetti con una varietà e al tempo stesso una coerenza impressionanti.

Raimond Wouda is one of those authors that made me immediately fall in love with their work. His images show the space and all human beings inhabiting it in a wonderful way, his vision crosses all his projects with an impressive variety and coherence at the same time.

Raimond Wouda, Eersel, 2003.

Read More...

Wednesday, July 9, 2008

Il Fotografo

© Guibert/Lefèvre/Lemercier

Qualche giorno fa ero in una libreria e tra gli scaffali ho scoperto un lavoro a fumetti di cui ignoravo l’esistenza: Le Photographe (edizione italiana Il Fotografo, pubblicato da Lizard), realizzato da Emmanuel Guibert e Frédéric Lemercier con i racconti e le immagini del reporter Didier Lefèvre, morto nel 2007 a soli 50 anni.
I disegni e le fotografie si incrociano nelle tavole del fumetto per raccontare il viaggio di Lefèvre in Afghanistan al seguito di Medici Senza Frontiere, viaggio che poi proseguirà in solitaria e che costituisce la storia del terzo e ultimo volume.
Le pagine alternano fotografie e tavole disegnate, a volte grandi, a volte piccole, singole oppure in strisce prese dai provini a contatto.
Si tratta di un lavoro prezioso, dove l’immagine fotografica sul campo acquista davvero quel valore di traccia di un’esistenza e di uno sguardo che dovrebbe sempre avere (ad esempio andate a vedere sul sito dell’opera le pagine che riproducono integralmente alcuni provini a contatto di Lefèvre). Troppo spesso le immagini dei reporter ci vengono presentate come finestre che ci permetterebbero di sostituire il nostro occhio al loro, come se potessero costituire una sorta di esperienza diretta di un luogo o di un evento; la cosa più bella di questo lavoro è proprio quella di mostrarci le immagini come il frutto di un percorso personale, a cui noi non possiamo sostituirci. Non stiamo guardando un frammento di ‘realtà’, stiamo guardando il frutto dell’esperienza e del lavoro di qualcun'altro, che vuole condividerlo con noi.

© Guibert/Lefèvre/Lemercier

A few days ago I was in a bookshop where I discovered a comic book I never saw before:
Le Photographe, made by Emmanuel Guibert, Frédéric Lemercier with the images and the stories of photographer Didier Lefèvre, who died in 2007 at only 50 years.
Drawings and photographs live together on the pages of the book, telling the story of Lefèvre, who went to Afghanistan with Medicins sans frontieres and then went on traveling the country on his own, as it is told in the third and last volume of the comic book.
The pages alternate and mix photographs with comic panels, sometimes large, some small, single images or reproductions of contact sheets.
It is quite a precious work, where the photographs taken ‘on the field’ really achieve the status of traces of a peronal experience (see for example the contact sheets on the book’s website).
Too often reportage is presented as some kind of window that would allow us to take the place of the photographer while watching the shots he made, as if they could stand as a live experience of a place or an event.
To me the most beautiful thing about this work is the fact that it shows us those images as the personal journey of someone else from us.
We are not watching any supposed fragment of reality there, we are watching the result of someone else’s work and life, someone who wants to share it with us.


© Guibert/Lefèvre/Lemercier

Read More...

Tuesday, July 8, 2008

In Tokyo

© Eiji Ina

Ringrazio l’amico Fulvio Bortolozzo per avermi fatto scoprire (probabilmente molto in ritardo) il fotografo giapponese Eiji Ina, che tra le altre cose ci da degli esempi davvero belli di paesaggio metropolitano e ritrattistica in bianco e nero.

P.S. Nel ringraziare Fulvio segnalo per chi non lo sapesse che da qualche settimana il suo sito fotografico Luigi Walker si è trasformato in un blog, dove ora oltre ai lavori di diversi autori ed ex-studenti sono regolarmente pubblicate interessanti riflessioni sulla fotografia ed altro.

I have to thank Fulvio Bortolozzo for making me discover (quite late, maybe) Japanese photographer Eiji Ina, who makes some quite beautiful b/w urban landscape and portraiture, among other things.

P.S. Fulvio recently revamped his side web project Luigi Walker, turning it into a blog where he updates about the work of many authors and former students, together with sharing with us his thoughts on photography and other things.


© Eiji Ina

Read More...

Monday, July 7, 2008

Weather Photos

Hege Dons Samset, from the Weather Photos project.

Miriam Songster, from the Weather Photos project.

Miriam Songster, artista di New York, ha scritto per comunicare l’inizio di Weather Photos, un progetto fotografico ‘polifonico’ ideato insieme alla fotografa e videoartista tedesca Hege Dons Samset sul tema del tempo e dei mutamenti atmosferici e di come questi possono tradursi in mutamenti interiori e prendere la forma di un dialogo tra due persone. Il progetto prevede la partecipazione di diverse persone da varie parti del mondo, di seguito riporto il testo di presentazione per chi voglia partecipare allo ‘scambio fotografico’.

Miriam Songster
, a NY based artist, wrote to announce the launch of Weather Photos, a ‘polyphonic’ photographic project she created with German photographer and videoartist Hege Dons Samset. The main theme is the weather and all its mutations and how these connect with emotions and take the shape of a dialogue through images.
The project aims at involving many people from different parts of the world – for all those who might be interested in taking part to it, here’s their presentation of the project.


WEATHER PHOTOS


"Two artists, Miriam Songster in NY (conceptual and installation art) and Hege Dons Samset in Berlin (photography and video) are coordinating a photography-based project for The Transcultural Exchange. We are looking for other people, artists and non-artists alike, to participate by sharing photographs with partners across the globe.

The idea behind the project is to use photographs to communicate feelings about the weather. Over a two-week period you and a partner across the globe will send one photo a day to the project blog. We are interested in the shifts in emotion or mood that might be portrayed in the photos, so you can use this project as a way to get to know someone better or to develop ties to someone new.

Let us know if you have a partner in mind or if you want us to hook you up with one, and if you have a preference for where that partner is located (preferably someplace with different weather patterns than the ones in your area). You might also choose to participate while you are traveling and share your photos with a partner at home. And if your job is weather-dependent we will be extremely happy if you participate.

All of the photo sets will be available via the project blog, which will become a reference for both weather and emotion, across geography and time. The project will take place over 9 months ending in March 2009 and you can choose to participate at any time during this period. You have to commit to two weeks of photo swapping but you can continue for a longer time if you want.

To participate please email Miriam at: weatherphotos@spamex.com
There’s no requirement for participation but please include some basic info such as where you live, when you think you’ll want to share photos (approximate dates), who you have in mind as a partner or where you would like us to locate a partner for you, and a sentence or two addressing why you’re interested in the project. If you can also tell us how you found out about the project that would be great".

Read More...

Saturday, July 5, 2008

Weekend Flick

Du levande, Roy Andersson, 2007.

Read More...

Thursday, July 3, 2008

Sogni stenopeici

© Christine Lebeck

Christine Lebeck ha fotografato le sue notti con il foro stenopeico, creando una serie di letti attraversati dal movimento del sonno, come dei piccoli mari agitati dai suoi sogni (e altro).
Qui una una galleria con riproduzioni più grandi.
Da vedere anche la sua serie Seascapes.

Christine Lebeck
photographed the bedrooms she slept in by using a pinhole, creating a sequence of beds moved by her sleep, like tiny seas agitated by her dreams (and more).
A gallery with larger reproductions here.
Also take a look at her
Seascapes.

© Christine Lebeck

Read More...

A colori

© Joni Sternbach

Joni Sternbach ha da poco pubblicato sul suo sito una nuova serie di immagini, The Salt Effect, paesaggi naturali deserti (e desertificati) assieme ad alcuni ritratti ambientali.
Il progetto è composto di tecniche miste, dove accanto al ferrotipo al collodio umido debutta il colore.

Joni Sternbach recently put on her website a new project, The Salt Effect, desert (and desertified) landscapes and a few environmental portraits.
The technique is mixed, with color making its debut next to wet plate collodion tintypes.


© Joni Sternbach

Read More...