Stalker, Andrei Tarkovsky, 1979.
Saturday, June 28, 2008
Teorema notturno
© Annalisa Sonzogni
Annalisa Sonzogni è un’interessante autrice di paesaggi urbani notturni, ‘città normali che appartengono però a un mondo sospeso, dove notturno=diurno, interno=esterno, quasi a dichiarare che se la magia bianca esiste, essa consiste forse nella sua completa normalità a-normale’, per citare le parole che accompagnano una sua mostra del 2005, Teorema, Praha Torino Lyon.
Qui alcune immagini realizzate nel 2007 durante una residenza presso Gasworks, altre immagini qui e qui.
P.S. La qualità generale delle riproduzioni è piuttosto bassa, quindi avrete solo una vaga idea delle sue immagini. Si tratta di qualcosa di piuttosto frequente tra gli autori italiani – la maggior parte di coloro che non fa lavoro editoriale rifugge dall’idea di mettere il proprio lavoro online.
Perché avere un sito personale confliggerebbe con l’intraprendere una brillante carriera nel mondo dell’arte visiva?
© Annalisa Sonzogni
Annalisa Sonzogni makes quite interesting night urban landscapes, ‘cities that belong to a suspended world where night=day, internal=external as if it stands to declare that if white magic does exists it would consist of its complete ab-normal normality’, quoting the text introducing her 2005 work Teorema, Praha Torino Lyon.
Here some images from her artist residency at Gasworks in 2007, more images also here and here.
P.S. Overall quality of the reproductions is quite poor, so you’ll have a vague idea of her images. This is something quite common among Italian contemporary photographers - most part of those who don’t do editorial run away from the idea of putting their work online.
Why having a website in Italy generally should not fit with a career in the fine arts world?
© Annalisa Sonzogni
Wednesday, June 25, 2008
Numeri
Edward Steichen, The Pond-Moonlight, 1904. Sold for 2,9 million dollars, highest price paid for a photograph auction.
Se non avete nulla di meglio da fare (come me oggi, forse), un ottimo modo per passare il tempo è dare un’occhiata alle vendite di opere fotografiche realizzate da Christie’s. Prendiamo i tre esempi ovvi di artisti viventi con quotazioni astronomiche: Andreas Gursky, Thomas Struth e Hiroshi Sugimoto. Certo che se poi passiamo, che so, a Damien Hirst, risulta chiaro come la fotografia abbia ancora parecchia strada da fare verso l’olimpo dell’imponderabile. Ah, dimenticavo, c’è anche Richard Prince…
If you have nothing better to do (like me today, maybe), a great way to spend your time is to take a look at Christie’s past auctions of photographs. Let’s take the three obvious examples of living photographers with astronomical quotations: Andreas Gursky, Thomas Struth and Hiroshi Sugimoto. But if we move to, say, Damien Hirst, then we realize that photography is still a long way to the true world of the incomprehensible. Ah, was almost forgetting Richard Prince...
Visioni in serie
Adrien Missika, from Postcards.
Probabilmente la cosa che più mi colpisce del fotografo francese Adrien Missika è la struttura di molti suoi lavori, serie spesso composte da poche immagini, che ci mostrano strani mondi, spesso versioni stranianti del nostro, paesaggi artificiali di cui ci sembra di scorgere la materia che li compone, strutture e luoghi di cui non è dato capire la funzione.
Prevale su tutto la forte sensazione della singola immagine come opera e del corpus che le varie immagini compongono insieme – qualità mai abbastanza presente in fotografia.
Da vedere anche la sua serie più estesa, Teen Jail, di cui sul sito ci mostra le riproduzioni delle pagine del libro.
Adrien Missika, from After yesterday.
What perhaps catches my attention the most in the work of French photographer Adrien Missika is the structure behind many of his series, often made of few images. And these images show us strange worlds, weird versions of our own, artificial landscapes made of a fabric we can somehow feel, places and structures with an obscure function we cannot comprehend.
The single image is conceived as a work in itself, and then as part of a body of work – and this is something always welcome in photography.
Check out also the longest series shown on his website, images from the book Teen Jail.
Adrien Missika, from The Mission.
Saturday, June 21, 2008
Metalli e vapori
© Mark Kessel
- Torniamo al dagherrotipo per segnalare il lavoro di Mark Kessel, un fisico australiano convertito all’arte fotografica. Le sue lastre d’argento sono degli archivi di un passato remoto, catalogazioni oscure (e a volte piuttosto inquietanti) di forme di vita ed oggetti che sembrano appartenere ad un altro mondo. L’estetica del dagherrotipo ben si lega con i suoi soggetti, creando l’impressione dello sguardo oggettivo e a tratti sgradevole di una scienza sconosciuta.
© David Prifti
- David Prifti (trovato su Conscientious) lavora con le lastre al collodio umido, realizzando delle serie davvero belle di ritratti, paesaggi e nature morte. Date un’occhiata anche ai suoi link per vedere lavori di altri autori e diversi siti dedicati alle tecniche antiche.
© Mark Kessel
- Let’s go back to daguerreotype to mention the work of Mark Kessel, an Australian physician who turned to the photographic art. His work deals with ‘the development of personality, the lifecycle of the human species and, most recently our biological and emotional relationship to animals’.
To me, his silver plates look like the archives of a distant past, oscure (and often pretty scary) collections of objects and life forms that seem to belong to another world. The aesthetic of the daguerreotype fits perfectly with his subjects, as if we were looking at the strange and sometimes disturbing records of an unknown science.
© David Prifti
- David Prifti (found via Conscientious) uses the wet plate collodion technique to create his beautiful series of portraits, landscapes and still lives. Check out also his links to see other people’s work and more websites about alternative photography.
Friday, June 20, 2008
Thursday, June 19, 2008
Minima moralia
© Mitra Tabrizian
Mitra Tabrizian è una fotografa e filmmaker iraniana che vive a Londra. Le sue fotografie sono dei grandi tableaux dove vengono messi in scena momenti presi come icone di diversi elementi chiave della società contemporanea, come ‘l’ascesa della cultura aziendale, il nomadismo, le migrazioni e il concetto di patria’, per citare la presentazione della sua mostra attualmente in corso alla Tate Britain.
Nei testi che accompagnano i suoi lavori c’è molta filosofia, psicoanalisi e politica, e forse a volte si rimane con la sensazione che il suo linguaggio visivo sia in qualche modo incastrato in tutte queste riflessioni, come se alcune sue immagini volessero semplicemente rappresentare delle illustrazioni delle diverse teorie sulla società contemporanea.
Qui un intervista trovata sul Guardian.
Mitra Tabrizian is an Iranian photographer and filmmaker based in London. Her photographs are large staged tableaux where the people she photographs act (or re-enact) scenes that almost stand as icons of several contemporary issues, like ‘the rise of corporate culture, themes of nomadism and migration, and notions of homeland’, as the text presenting her ongoing exhibition at Tate Britain say.
Quite a lot of philosophy, psychoanalysis and politics are mentioned in the texts illustrating the works – and sometimes perhaps there’s the feeling her visual language is somehow embedded in all those reflections, as if some of her images were just supposed to stand as illustrations of different theories about our society.
An interview found on the Guardian here.
© Mitra Tabrizian
Wednesday, June 18, 2008
Ce l'ho, mi manca
© Mike Mandel
So che si dovrebbe evitare di contribuire al rimbalzo di una stessa cosa negli stessi giorni in diversi blog, ma questo lavoro è troppo bello per non citarlo anche qui:
Mike Mandel (per chi non lo conoscesse ancora, cominciate da qui), nel 1975 ha realizzato The Baseball-Photographer Trading Cards, un set di figurine con immagini di fotografi (Ansel Adams, Joel Meyerowitz, Manuel Alvarez Bravo, Lewis Baltz, etc) ritratti come giocatori di baseball, con il retro delle figurine corredato di profilo del fotografo.
Scrive Mandel: ‘Il lavoro si presenta come una satira del fenomeno del consumo della fotografia fine-art da parte del mondo dell’arte in generale e dell’industria culturale’.
Io direi semplicente ‘geniale’.
Grazie a Shane Lavalette, il quale a sua volta ringrazia Jason Landry.
© Mike Mandel
I know one should abstain from rebouncing the same thing over and over around the web, but this one is too good to leave it:
Mike Mandel (for those who might still not know him, start here) made in 1975 The Baseball-Photographer Trading Cards, a photo offset lithographic project portraying photographers like baseball players on trading cards(Ansel Adams, Joel Meyerowitz, Manuel Alvarez Bravo, Lewis Baltz, etc), with a personal profile on the back of the cards.
‘The project satirized the phenomenon of the fine art photography community being consumed by the larger art world and commercial culture’, wrote Mandel.
I'd just say ‘genius’.
Thanks to Shane Lavalette, who in his turn thanked Jason Landry.
© Mike Mandel
Tuesday, June 17, 2008
Something happened
© Adam Jeppesen
Adam Jeppesen fotografa misteriosi paesaggi, insieme ad interni ed esterni di abitazioni intrecciati con ritratti. Le sue immagini piuttosto che mostrare sembrano nascondere qualcosa al loro interno, sia nel buio della notte che nella luce pallida di un giorno immobile.
Wake è la sua prima monografia.
Adam Jeppesen depicts mysterious exteriors and interiors, intersected with some portraiture, leaving with the constant feeling that the main thing is not what we are actually seeing in his images, but rather what is hiding inside them, either in the dark of the night or in the foggy light of a frozen day.
Wake is his first monograph.
© Adam Jeppesen
La strana coppia
© WassinkLundgren
WassinkLundgren è il nome collettivo di una coppia di fotografi olandesi, creatori di sequenze di fotografie in forma di libri, costante oggetto finale del loro lavoro al punto da finire anche nelle loro esposizioni, con le pagine separate e incorniciate, come nella mostra del loro ultimo lavoro, Empty Bottles.
Qui una videointervista a cura di PDN.
WassinkLundgren is the name of a duo of Dutch photographers, whose sequence of photographs are conceived to be put together in the form of books - they recently even separated and put on display the very pages of their last book, Empty Bottles.
A video interview with PDN here.
Screenshot from WassinkLundgren homepage.
Friday, June 13, 2008
Thursday, June 12, 2008
Altri tempi
Anonymous, Skeleton on Bike, from Concrete Matter.
Oggi segnaliamo qualche link retrò, visto che era un po’ di tempo che non si indulgeva nel nostro hobby preferito:
1) È da poco online Europa Film Treasures, una collezione in streaming gratuito di film dagli albori del cinema in poi, frutto del lavoro di diversi archivi nazionali.
Un buon inizio potrebbe essere il corto austriaco “Dal Fotografo” del 1908, le tribolazioni di un fotografo il cui solo scopo è spogliare le sue modelle.
2) Early Visual Media è un sito dedicato ai primi vagiti di tutte le forme di tecnologie visive, dalla fotografia alla televisione.
3) Institute for Concrete Matter gestisce il fondo fotografico Troost/Krantz, che raccoglie circa 40.000 fotografie del 19mo e 20mo secolo, privilegiando la produzione anonima e le varie forme di fotografia applicata.
Anonymous, Dog Smoking a Pipe, from Early Visual Media.
Some retro-link for today, since we haven’t been posting about it in a while:
1) Europa Film Treasures is a recent online project, a collection that allows free streaming of films starting from the early years of cinema, joining the films of many different national archives.
A good start could be the Austraian 1908 short “At The Photographer’s”, the tribulations of a photographer whose sole pur pose is to undress his models.
2) Early Visual Media is a website devoted to the first stirrings of all kinds of visual technologies, from photography to television.
3) Institute for Concrete Matter administers the Troost/Krantz photo-collection, which consists of over 40,000 photographs covering 19th and 20th century, with an emphasis on anonymous and applied forms of photography.
Anonymous, Fairground Strongmen & boy, Hand coloured Magic Lantern Slide - © Collection Florent Van Hoof.
Wednesday, June 11, 2008
Everyday Life
© Darin Mickey
Darin Mickey è autore del bel libro Stuff I gotta remember not to forget, che racconta le (dis)avventure del padre tra lavoro, casa, moglie e tv dinners.
Sono adesso online altri suoi lavori, che proseguono l’esplorazione della vita di provincia americana, una sequenza dolce amara di interni ed esterni di un mondo che fa pensare a Stephen Shore in missione nella Springfield dei Simpson.
Darin Mickey is the author of the beautiful book Stuff I gotta remember not to forget, the (mis)adventures of his father stuck between work, home, wife and tv dinners.
More work from Mickey is now online, continuing the exploration of an American suburban existence, a bittersweet sequence of interiors and exteriors of a world that looks as if Stephen Shore were on assignment in the Simspon family’s Springfield town.
© Darin Mickey
Tuesday, June 10, 2008
Un'intervista
© Alessandra Sanguinetti
Idee in Bianco & Nero ha realizzato una breve intervista con Alessandra Sanguinetti, una buona occasione per tornare su una fotografa che non si è vista molto sulle nostre ‘pagine’.
Idee in Bianco & Nero just posted a short interview with Alessandra Sanguinetti (scroll down for the English version), a good chance to take a look at the work of a photographer rarely mentioned in our ‘columns'.
Monday, June 9, 2008
Seeker
Johnna MacArthur, I & Thou: Dylan / Cemilla Tow, Parking Lot, State Fair Motel, Syracuse, NY 2005.
Los Angeles, city lights, elicotteri, polizia, urla, sottotitoli: Seeker, una “breve videopoesia” di Johnna MacArthur, videoartista e fotografa.
Qui una galleria di ritratti fotografici tratti dal suo lavoro I & Thou.
"Chiedo sempre ai miei soggetti di guardarmi quando l’otturatore scatta. Questo per eliminare una dimensione di specchio tra il loro sguardo e l’obiettivo fotografico, ma anche per porre l’accento sul momento in cui ci si guarda l’un l’altro e sull’apparecchio fotografico come un testimone di tale momento. Il risultato è un autoritratto, un ritratto di Me e di Te".
Los Angeles, city lights, helicopters, police, screams, subtitles: Seeker, “a little videopoem”, by videoartist and photographer Johnna MacArthur.
Here you can find a gallery of images from her portrait project I & Thou.
“I ask my subjects to look at me when the shutter is released. This is done not only to eliminate a mirror-like relationship between their gaze and the camera’s lens but also to request a commitment to the moment of seeing one another and to the camera as our witness. The result is a self-portrait, a portrait of I and thou”.
Johnna MacArthur, I & Thou: Elliot, parking lot Erie Blvd., Syracuse, NY 2005.
Friday, June 6, 2008
In video
Larry Fink, Thomas Struth Exhibition at the Museum of Modern Art, NYC, 2004.
Thomas Struth ha messo online il virtual tour della sua retrospettiva mid-career (1977-2002) in quattro città americane, dove è possibile vedere le riproduzioni (piccole piccole, ovviamente) delle opere e una sorta di animazione 3-D delle sale espositive.
Tra le opere sono presenti anche le installazioni Video Portraits – 1 Hour (1996-2003), 60 minuti di impercettibili variazioni nelle espressioni di volti in primo piano (anche qui).
Nel febbraio 2008 Struth ha anche realizzato dei video del chitarrista classico Franz Bungarten mentre suona musiche di Bach e Verdi/J.K. Mertz.
Precedentemente Struth aveva già realizzato dei video con Bungarten, un’installazione a due schermi frutto delle riprese di cinque lezioni di musica tenute dal chitarrista tedesco, dal titolo Read This Like Seeing It for the First Time.
Thomas Struth has put online a virtual tour of his mid-career retrospective (1977-2002) in four U.S. cities, where you can see reproductions (quite small, of course) of the photographs and a sort of 3-D animation of the venues.
He also included samples of the installations Video Portraits – 1 Hour (1996-2003), 60 minutes of imperceptible mutations in the expressions of faces filmed in close-up (see also here).
In February 2008, Struth made some videos of classical guitarist Franz Bungarten while he plays music by Bach and Verdi/J.K. Mertz.
Struth previously made another video installation on two screens filming five music lessons given by Bungarten, called Read This Like Seeing It for the First Time.
Thomas Struth, still from Portraits – 1 Hour, 1996- 2003, Raphael Hartmann.
Thursday, June 5, 2008
"The man who sells everything"
© Cairn Press
Così Time chiamava nel dicembre 1960 Stanley Marcus, uno degli artefici del successo internazionale della catena di negozi rivenditori di beni di lusso Neiman Marcus.
A pochi anni dalla sua morte, la figlia Jerrie Marcus e la nipote Allison V. Smith hanno dato alle stampe Reflection of a Man, il libro che raccoglie una selezione delle oltre 6000 fotografie che Marcus ha scattato nella sua vita. Ne viene fuori un’affascinante viaggio nel passato fatto di sorrisi, piscine, oggetti e vestiti all’ultimo grido, accessori vintage (retrospettivamente, ovvio) e anche una visione realmente interessante, un’aria di Lartigue: in fondo erano straricchi tutti e due…
Qui un set Flickr di immagini scattate da Marcus, qui un assaggio del libro.
This is what Time wrote on December 1960 about Stanley Marcus, the man who made the success of the luxury retailer Neiman Marcus.
A few years after his death in 2002, daughter Jerrie Marcus and granddaughter Allison V. Smith made a book with a selection from the 6000 photographs he took during his life, Reflection of a man. The result is a fascinating sequence of swimming pools, people smiling, latest trends in gadgets and clothes, vintage objects (retrospectively, of course), but also a truly interesting vision, with a strong taste of Lartigue: they were both ultra-rich, after all…
A Flickr set of images by Marcus here, and a booktease here.
© Cairn Press