Tuesday, May 27, 2008

Skyline

© Floriane de Lassée

Le Night Views di Floriane de Lassée mostrano le grandi metropoli del XXI secolo in uno strano incrocio di visioni, a metà strada tra le architetture perse nel buio di Axel Hütte e le finestre sul cortile di Giorgio Barrera.

The
Night Views by Floriane de Lassée show the great XXI century metropoleis at a sort of visual crossing point, halfway between the dark architecture by Axel Hütte and the rear windows by Giorgio Barrera.

© Floriane de Lassée

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Thursday, May 22, 2008

L.A. world

© Thomas Prior

Il lavoro di Thomas Prior (trovato su wan.der.lust.ag.ra.phy) è come uno strano percorso fuori e dentro una specie di L.A. globale, un mondo fatto di fashion, pubblicità e chirurgia estetica, dove meditativi dietro le quinte di photoshoots e centri estetici si alternano a perfetti esempi di glamour fotografico.

Thomas Prior’s work (found via wan.der.lust.ag.ra.phy) is like a strange in-and-out from a sort of global L.A., a world made of fashion, advertising and cosmetic surgery, where meditative behind-the-scenes of photoshoots and beauty centers alternate with perfect samples of photographic glamour.

© Thomas Prior

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Monday, May 19, 2008

Eventi superficiali

An-My Lê, M-246 Semi Automatic Weapon, Khawr Al Amaya Oil Terminal, Iraq, 2007.

Una rinfrescata sulla fotografa vietnamita An-My Lê, il cui nuovo lavoro (a colori) Events Ashore debutta alla galleria Murray Guy di New York (buffo segnalare questi eventi dall'Italia, ma pazienza).
Si tratta di un lavoro che affronta "l'incrociarsi dei temi dell'esplorazione scientifica, del potere militare, delle crisi ambientali, le fantasie di dominio e gli immensi e ingovernabili oceani che collegano le nazioni e i continenti". Basterebbe già questa premessa...
Ovviamente ho visto solo alcune riproduzioni online, ma la sensazione è che il suo lavoro continui a essere davvero splendido.
Da vedere anche lo speciale su di lei realizzato dalla PBS.

A quick refresh about Vienamese photographer An-My Lê, to mention that her new work Events Ashore (in color) has made its debut at the Murray Guy gallery in New York (really funny to report the event from Italy...).
The project examines "the intersecting themes of scientific exploration, military power, environmental crises, fantasies of empire and the vast ungovernable oceans that connect nations and continents".
The statement is already quite intriguing...
I obviously saw just a bunch of reproductions online, but the feeling is that her work is again really wonderful.
Check out also the PBS feature about her.


An-My Lê, C-17, Pegasus Ice Runway, Antarctica, 2008.

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Selezione innaturale

Carlos & Jason Sanchez, Descent, 2003.

Per chi non li conoscesse ancora, segnaliamo la staged photography dei fratelli Carlos e Jason Sanchez (anche qui), set up estremamente sofisticati dove si respira una forte aria di alienazione, critica al conformismo borghese e una considerevole dose di paura e disgusto, ma miscelati come se Gregory Crewdson avesse visto qualche film in più di Luis Buñuel.
Molte delle loro scene hanno proprio quell’humour nero che manca completamente nei grandi tableaux a colori del re dei fotogrammi cinematografici fine-art, dove di conseguenza spesso il senso viene confinato un po’ troppo verso l’equazione esistenziale ‘villetta familiare = apatia’.

For those who might not know them yet, here’s the staged photography by the Sanchez brothers (also here), Carlos & Jason: extremely sophisticated set-ups, where you can feel a strong mix of alienation, middle-class conformism and a considerable amount of fear & loathing, blended as if Gregory Crewdson had seen a few more movies by Luis Buñuel.
Many of their scenes have the very dark humor missing from the huge color tableaux by the king of the fine-art movie stills, and where, by consequence, the sum of it all is often a bit too much confined to the equation ‘single-family home = apathy’.

Carlos & Jason Sanchez, Principles, 2002.

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Saturday, May 17, 2008

Piccole storie

© David Levinthal

David Levinthal è un fotografo americano che lavora con modellini e miniature, fotografandole con uno splendido apparecchio Polaroid 20x24 pollici. Statuine di campioni del baseball, pin up provocanti, parodie afroamericane alla Al Jolson, icone religiose: l’elenco prosegue, in un’esplorazione diffusa delle icone della cultura popolare americana che prende la forma di una grande illusione agrodolce.
Si tratta di un approccio differente, ad esempio, dalle immagini di Paolo Ventura (su cui torniamo ancora per amore verso il suo lavoro): Levinthal lavora sul carico iconico delle figure, isolandole o suggerendo in maniera minima lo spazio intorno, mentre Ventura crea degli ambienti che sono importanti al pari dei personaggi che li popolano, dove si ha l’impressione di sentire gli odori e i suoni che popolano i luoghi.
Diverso è il discorso per il primo lavoro di Levinthal, l’immaginaria campagna di guerra Hitler moves East, che realizzò con Mr Doonesbury, Garry Trudeau, nel 1975: lì le immagini sono perse in un bianco e nero logoro che le carica di un atmosfera di straniante verosimiglianza, quasi raccontassero la reale storia di un mondo parallelo al nostro.

Infine, per completare il quadro segnaliamo un altro lavoro di micro staged photography: Minimiam, le avventure gastronomiche realizzate da Akiko Ida e Pierre Javelle.

© Paolo Ventura

David Levinthal
photographs miniature characters with a wonderful Polaroid 20x24 camera: baseball champions, gorgeous pin-ups, Al Jolson-style afroamerican parodies, religious icons, etc. His work deals with the key elements of American popular culture, represented like a great bittersweet illusion.
His approach is different from, for example, that of Paolo Ventura (we go back to him once more, due to our love for his work): Levinthal works with the iconic overload of his characters, isolating them or scarcely suggesting the space around them, while Ventura gives equal importance to the space and to the figures inhabiting it, creating images where you can almost feel the sounds and the smell in the air.
Levinthal’s work
Hitler moves East (made in 1975 with Mr Doonesbury Garry Trudeau) is somehow different from the others: the images are lost inside a worn-out black and white, with a feeling of estranging verisimilitude, as if they would tell the true story of a parallel world.

Finally, another example of micro staged photography:
Minimiam, the gastronomic adventures by Akiko Ida and Pierre Javelle.

© Akiko Ida and Pierre Javelle

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Thursday, May 15, 2008

Bianche chimere

© Danielle Mericle

Spesso lavori fotografici di impianto concettuale tendono a mortificare fin troppo l’esperienza della visione, lasciando le immagini ad illustrare semplicemente la ‘tesi’ che le introduce, quasi fosse un rebus o un codice da decifrare. Non è il caso di Danielle Mericle, dove gli oggetti e i luoghi delle sue immagini sono carichi di un senso e di un’ironia che spesso scaturiscono proprio dal guardarli e non semplicemente dal ‘pensarli’ come idee.
Poi, tutto cambia quando si osservano le immagini di Seneca Ghosts, dove la Mericle segue le tracce di un gruppo di sfuggenti cervi albini che vivono in un’ex area militare del periodo della Guerra Fredda, a nord di New York: "una riflessione sui nostri limiti nell’accedere al passato politico e sociale che ci riguarda e di confrontarci con esso attraverso un’esperienza personale", scrive lei nell’introduzione al lavoro.
Ma è solo l’inizio della visione, il resto è dentro le immagini di una chimera indifesa, che si muove tra il verde fitto di un posto sconosciuto.

Photographic projects with a strong conceptual approach can sometimes mortify the vision, leaving the images as mere illustrations of the ‘thesis’ that should introduce them, as if it was some rebus or code to be deciphered. That is not the case with Danielle Mericle, where the places and the objects in her images are full of meaning and irony that often come from the actual vision of them and not by just thinking them as ‘ideas’
But then again everything changes with her project
Seneca Ghosts, where she follows the steps of a herd of albino deer living in a deactivated cold war-era army depot in upstate New York: "a reflection on our limited ability to access and engage the political past through personal experience", as she writes in her statement.
But that is just the beginning, the rest is inside the images of a vulnerable chimera roaming around the deep green of an unknown place.


© Danielle Mericle

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Wednesday, May 14, 2008

Inventare lo zero

© Frédéric Delangle

Frédéric Delangle
ha fotografato la più grande città dello stato Indiano del Gujarat, Ahmedabad (qui la seconda parte), da mezzanotte alle cinque del mattino, con l’intento di eliminare quel “trop de tout”, per "inventare lo zero", come scrive nell’introduzione al lavoro. Il risultato è molto affascinante ed è curioso guardare delle fotografie notturne senza la consueta disciplina fatta di strutture, assenze e atarassia, dove al contrario gli spazi sono “animati” e le strutture dei quartieri e delle strade danno ancora una sensazione di vita pulsante.
Da segnalare, tra gli altri suoi lavori, la serie Coit, lunghe esposizioni di coppie che fanno l’amore, un’interessante rappresentazione di corpi trasfigurati dal tempo della loro unione.

Delangle curerà insieme a Massimo Sordi la campagna fotografica "Ipotesi di paesaggio 3" finalizzata alla lettura del paesaggio del Parco del Rubicone (Savignano sul Rubicone - FC) che si terrà dal 4 al 7 giugno, giorni nei quali sarà anche possibile incontrare l'autore partecipando a laboratori e ad incontri (altre informazioni qui).

© Frédéric Delangle

Frédéric Delangle photographed Ahmedabad (also here), the largest town of the Indian state of Gujarat, and he did it only at night, from midnight to five a.m. The goal was to avoid all the “trop du tout” of the town, to “invent the zero”, as he wrote in the introduction. The result is quite interesting, night images without the usual structure made of buildings, empty spaces and that overall sense of absence and stillness, where places are still filled with a feeling of activity and the neighborhoods and their streets are somehow vibrant with life.
Another interesting work (among many others) is
Coit, a sequence of long exposures of couples making love, images of bodies transformed by the duration of their union.

Delangle will work together with Massimo Sordi on a photographic project called “Ipotesi di paesaggio 3”, a visual exploration of the area of the park of Rubicone in Northern Italy, from June 4 to 7 (workshops and lectures are also scheduled in those days - more infos here).


© Frédéric Delangle

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Tuesday, May 13, 2008

Come di sorpresa

© Sirio Magnabosco

Istanti decisivi persi nello spazio, figure spesso lontane, colte alla sprovvista nell’atto di compiere banali gesti quotidiani ed una luce pallida ma accecante che avvolge le scene: la fotografia di Sirio Magnabosco.

Decisive moments lost in space, distant figures caught unawares while doing ordinary daily things and a pale but blinding light, wrapping all the scenes: here’s Sirio Magnabosco’s photography.


© Sirio Magnabosco

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Friday, May 9, 2008

Tigri di Luce

© Peter Bialobrzeski

Il Museo della Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo (che per inciso è esattamente il tipo di istituzione che, vista da Roma, dove viviamo, ti fa chiedere “Ma perché qui non c’è qualcosa di simile?”) ospita a partire dal 18 maggio la mostra Neon Tigers, il lavoro di Peter Bialobrzeski sulle metropoli asiatiche in costante mutazione capitalistico-globalizzante: sono immagini molto affascinanti, ricche e da guardare a lungo, anche se forse riempite di colori fin troppo “ideologicamente” carichi: il neon del titolo poteva anche non essere così presente e uniformante all'interno delle immagini, una più sottile interpretazione del colore magari avrebbe ulteriormente arricchito le tante strade che l’occhio può percorrere dentro questi notturni di metallo e cemento.

The Museum of Contemporary Photography of Cinisello Balsamo (which is exactly the kind of gallery that, seen from our hometown Rome, makes you think “Why we don’t have a place like this here?”) hosts the exhibition of Neon Tigers (opening on May 18), the work by Peter Bialobrzeski on the Asian megalopolis and their constant capitalistic/globalizing transformation. The images are really fascinating, so full of details and worth spending quite some time in front of them, but maybe filled with far too “ideological” color: the neon of the title could have been a bit less present and dominant in the images, maybe a more nuanced interpretation of color could have added something to the many visual paths of those night images made of steel and cement.

© Peter Bialobrzeski

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Thursday, May 8, 2008

Ronda notturna

© Charity Vargas

Charity Vargas ha fotografato l’area di presidio militare della città di San Francisco, riconvertita ad uso cittadino dalla fine degli anni ’80 insieme a quelli di molte altre città americane. Una delle parti più interessanti del lavoro è l’esplorazione notturna dell’area, strade deserte popolate di costruzioni dalla doppia identità.
Qui potete trovare altre informazioni (e delle riproduzioni più grandi).

Charity Vargas
made a wide series of images about the military presidio of San Francisco, transformed into a civil area at the end of the ‘80s, like those of many other American cities. One of the most interesting parts of the work is the exploration of the area at night, showing deserted streets surrounded by buildings with a double identity.
More infos (and some larger reproductions) here.


© Charity Vargas

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Wednesday, May 7, 2008

La dolce attesa

© Paola De Pietri

Paola De Pietri ha realizzato una serie di ritratti di donne incinte che ha intitolato Io parto (lo trovate qui ciccando su “Mostre” e poi su “Madri oggi”): stessa inquadratura e stessa ora del giorno per ogni donna ritratta, ma ognuna con la sua bella pancia, tutta diversa dalle altre.
Molti sono in realtà i progetti che ha realizzato, e per fortuna se ne trovano diversi raccolti nel sito della galleria Les Filles du Calvaire di Parigi.
Da vedere anche La Nuova Casa, una serie di ritratti di cittadini stranieri che vivono nel Nord Italia.
Dormi sonni tranquilli? è invece una serie di scene notturne di periferia urbana, mentre Here again ha lo stesso impianto di Io parto, raccogliendo ritratti di donne con i loro figli di 10 mesi.
Purtroppo, di questi ultimi due non sembra esserci quasi nulla online (magari voi sarete più fortunati).

Paola De Pietri made a series of portraits of pregnant women called Io parto (“I’m leaving" – find it here clicking on “Mostre” and then on “Madri oggi”): same composition and same hour of the day for every woman, but each of them with her own beautiful belly, different from all the others.
She also made several other photographic projects, and luckily some of them can be found at the website of the Galerie Les Filles du Calvaire from Paris.

La Nuova Casa is a series of portraits of foreign people living in Northern Italy, while Dormi sonni tranquilli? (“Do you sleep quietly?”) is a sequence of images of suburbs at night; last, Here again, which recalls Io parto, showing images of women with their 10-months babies.
Sadly, there’s almost nothing online of these last two works (you might have more chance, though).

© Paola De Pietri

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Sunday, May 4, 2008

In volo

© Terry Evans

Splendide vedute aree e minuziose e a volte misteriose catalogazioni sono le due linee principali del lavoro della fotografa americana Terry Evans, che sino ad oggi ha dedicato la maggior parte della sua opera alla rappresentazione della prateria nordamericana. Recentemente ha cominciato a dedicarsi a vedute di acciaierie e alla creazione di un catalogo di manufatti industriali, pieni di un mistero che ricorda il catalogo dell’incomprensibile di Larry Sultan e Mike Mandel, Evidence.
Un vero tesoro di immagini davvero affascinanti, dove le vedute sconfinate mettono a confronto l’intervento umano sul territorio in due aspetti apparentemente lontani: il paesaggio modellato delle praterie e le forme metalliche delle industrie che si appropriano della terra su cui sorgono.
Revealing Chicago è il lavoro che Terry Evans ha realizzato sul territorio della città, fotografando la ‘prateria urbana’ e le sue trasformazioni.
Grazie ancora ad Alberto, il nostro collaboratore segreto.

© Terry Evans

Astonishing aerials and meticulous and sometime mysterious archives are two of the main themes of the work of American photographer Terry Evans, mainly devoted to the North American prairie.
She recently starter working on aerials on steel mills and to an archive of the industrial artifacts, often so cryptic they mind of the catalogue of the incomprehensible by Larry Sultan and Mike Mandel,
Evidence.
Her work is really a treasure of beautiful images, where vast views analyze the human intervention on the territory under two seemingly quite distant aspects: the shaped landscape of the prairie and the steel structures of industrial plants taking possession of the land.
Revealing Chicago is Evans’ work on the territory of Chicago, photographing the ‘urban prairie’ and its transformations.
Thanks again to Alberto, our secret collaborator.


© Terry Evans

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Friday, May 2, 2008

Casa Italia

© Valentina Brunello

Deadpan photography all’italiana nel lavoro Interno di Famiglia (o almeno così sembra, visto che le riproduzioni delle immagini online sono davvero piccole) di Valentina Brunello, dove amici e conoscenti vengono incorniciati in pose più o meno disinvolte dentro le geometrie e le trame degli interni delle loro abitazioni.

Italian deadpan photography in Interno di Famiglia (Family Interior) (or at least so it would seem, for the online reproductions are really, really small), by Valentina Brunello: friends and acquaintances are framed within the geometries and the motives of their own houses, while posing more or less confidently in front of the camera.

© Valentina Brunello

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Thursday, May 1, 2008

May Day

Alfred Palmer, Angel Wing. Working on the horizontal stabilizer of a "Vengeance" dive bomber at the Consolidated-Vultee plant in Nashville, 1943.

Felice primo maggio a tutti quanti!

Happy labor day to all of you!


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