August Sander, Cassiere di Banca, Colonia, 1928
In una pigra domenica mattina, ho sentito che era il momento giusto per dare il mio piccolo contributo nel ricordare, ce ne fosse ancora il bisogno, quanto grande è stato ed è il lavoro di August Sander. Ricordare anche quanta fotografia pende ancora dalle sue labbra, quanti lavori raggiungono uno stato di compiutezza o consacrazione solo per dimostrarsi una più o meno valida riproposta di quello che un uomo ha fatto, da solo, circa 80 anni fa.
È conosciuto per l’enorme mole dei suoi ritratti della società tedesca, ma basterebbe anche solo il suo lavoro (meno conosciuto, e meno reperibile sul web) sul paesaggio tedesco per dimostrare l’artista che era. Ecco un esempio:
August Sander, La Valle del Reno e l'isola di Nonnenwerth, 1930
Qui trovate immagini da una mostra che presenta insieme i ritratti, l’architettura e i paesaggi di Sander, qui un interessante articolo sulla sua visione del territorio tedesco.
Tracce della ritrattistica di Sander sono presenti ovunque nella fotografia di oggi (e di ieri): un gioco da provare, si creeranno incroci assurdi tra Walker Evans, Diane Arbus, Thomas Struth, Alec Soth, Rineke Dijkstra e così via…
Suggerisco un inizio: partite da qui, dice già molto (potevano almeno menzionarlo, il povero Sander!)…
August Sander, Il pittore Otto Dix e sua moglie Martha, 1925
On a lazy Sunday morning, I realized it was the right moment to give my small contribution to remind, if it were still necessary, how great is the work by August Sander. And also remind the great part of contemporary photography that is still hanging on his lips, and the great amount of work resulting nothing more than a more or less valid repetition of what one man, on his own, did 80 years ago.
He is renowned for his portraiture of the German society, but his less known (and less accessible on the web) landscape work is already a proof of the artist he was.
Here you can find images from an exhibition showing his portrait work together with his landscape and architecture images, and you can read an interesting piece on his vision of the German land here.
Traces of his portraiture are everywhere in today’s (and yesterday’s) photography: it is an interesting game to try, you’ll find strange cross-references among Walker Evans, Diane Arbus, Thomas Struth, Alec Soth, Rineke Dijkstra and so on…
I’ll just suggest a starting point: begin with here, it already says a lot (at least they could have mentioned him, poor Sander!)…
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